S. Guzzi-Heeb: Donne, uomini, parentela

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Titel
Donne, uomini, parentela. Casati alpini nell’Europa preindustriale (1650-1850).


Autor(en)
Guzzi-Heeb, Sandro
Erschienen
Torino 2007: Rosenberg e Sellier
Anzahl Seiten
372 S.
Preis
URL
Rezensiert für infoclio.ch und H-Soz-Kult von:
Gianna Ostinelli-Lumia

L’ampio spettro delle relazioni familiari e parentali costituisce il fulcro tematico del volume di Guzzi-Heeb. Alla base dello studio vi è una minuziosa indagine microstorica, che si concentra sul villaggio di St. Gingolph in Vallese e sulla famiglia de Rivaz (e in misura minore sul vicino villaggio di Vouvry e sulla famiglia de Nucé), seguiti nell’arco di due secoli, grazie ad un insieme di fonti, quali le carte di famiglia, i documenti notarili, i catasti e i registri parrocchiali. Prendendo le mosse da individui, famiglie e vicende concrete, l’autore intende ricostruire nel dettaglio i variegati rapporti familiari e parentali per giungere poi alla definizione di un modello interpretativo dinamico, che possa essere applicato a contesti e situazioni diverse. Quest’approccio trova una delle sue spinte propulsive nell’insoddisfazione per le linee e le tesi care alla ricerca sulla storia della famiglia e della parentela degli ultimi trent’anni.

Dalla forte e attenta critica che ne è scaturita, Guzzi-Heeb enuclea quattro assunti teorici e li pone come base concettuale e interpretativa dell’intera ricerca. Innanzitutto, sottolinea l’autore, è necessario «passare da una storia schematica della famiglia ad una piú complessa storia della parentela», e tenere conto dell’universo relazionale ruotante attorno ai nuclei elementari di genitori e figli, con l’obiettivo di definire le tipologie e le logiche dei rapporti tra parenti. Riflettendo sulle specifiche forme di relazione e sulle molteplici variabili geografiche, sociali, economiche, politiche e culturali si riesce cosí a definire «un modello originale e flessibile delle interazioni parentali», alla cui base viene posto il concetto di «interdipendenza»: la reciproca influenza che le scelte e i comportamenti attuati da ogni singolo membro ha sulle strategie e le opzioni degli altri componenti di un casato diventa cosí il principale strumento di analisi. Nella ricostruzione del policromo mondo della parentela, risulta altresí indispensabile passare ad «una diversa interpretazione dei rapporti tra uomini e donne nel contesto parentale» e rivalutare il ruolo femminile «al di là dei cliché frequenti sulle società patriarcali». L’attenta osservazione delle «continue ridefinizioni dei rapporti fra individuo, famiglia, parentela e collettività » consente infine di «rimettere in questione il fuorviante concetto di ‘individualizzazione’», di inficiare la tesi di una progressiva scoperta dell’individuo e della parallela affermazione della ‘libertà’ individuale.

Su queste fondamenta teoriche viene eretta l’impalcatura che regge l’intero saggio e che determina la presentazione e la discussione dei risultati. La trattazione si dipana in quattro parti, le prime tre dedicate in prevalenza alla famiglia de Rivaz, al suo contesto parentale, sociale ed economico, mentre l’ultima parte si pone in una prospettiva piú ampia, cercando da un lato di applicare ad altri ceti sociali le logiche evidenziate dall’esempio scelto, dall’altro di descrivere i mutamenti economici, sociali e culturali che hanno investito le relazioni familiari e parentali tra Sette e Ottocento.

Le strategie dinastiche di avanzamento sociale messe in atto dalla famiglia de Rivaz sono al centro dell’analisi presentata nelle prime due parti del volume (L’ascesa dei de Rivaz, 1650-1730; L’apogeo della dinastia, 1730-1815). Suddivise in sette capitoli, esse seguono ottiche e sguardi diversi: all’esposizione delle vicende dei singoli e piú importanti membri della famiglia e delle alterne fortune dell’intero casato, si accompagna la focalizzazione sulla natura e sul significato delle relazioni all’interno dell’universo parentale in un’ottica di consolidamento sia della posizione economica, sia del potere e del prestigio familiare nel contesto locale e regionale. L’ultimo capitolo della sezione (Economia della parentela) getta invece le basi per allargare il discorso al piú ampio tessuto sociale: dopo aver formalizzato i risultati ottenuti (pp. 161-167), l’autore considera il mercato matrimoniale, la circolazione dei beni immobiliari e i sistemi ereditari cosí come appaiono nelle fonti notarili e parrocchiali dei due villagi vallesani presi in esame.

La terza parte (Donne e uomini del Settecento, 1720-1798) si concentra sul ruolo e sulla posizione delle donne, partendo dall’esempio di Marie-Julienne, influente membro della famiglia de Rivaz: in una prospettiva di genere si espongono piú in dettaglio la consistenza numerica delle proprietarie di beni immobili e le solidarietà femminili che emergono dalle ultime volontà delle testatrici, cercando di valutare l’evoluzione della condizione delle donne nel Sette e Ottocento.

I cinque capitoli della quarta parte (Un mondo che cambia, 1750-1850) si concentrano sugli importanti cambiamenti verificatisi in quel periodo, sia delle condizioni economiche, demografiche e sociali, sia delle relazioni familiari e parentali: si delineano le nuove dinamiche sociali cosí come le trasformazioni culturali che hanno portato all’intensificarsi dei rapporti tra parenti e all’aumento del matrimonio tra consanguinei, a nuovi atteggiamenti nei confronti della famiglia, dell’amore e del matrimonio cosí come ad una nuova organizzazione della parentela, piú attenta ai legami in linea femminile.

Nelle Conclusioni e prospettive l’autore si sofferma sulle principali risultanze della ricerca, discute dell’efficacia del modello proposto, puntualizzando le specificità proprie del caso scelto, e sottolineando altresí le potenzialità per il suo utilizzo in altri contesti socio-economici.

Difficile rendere giustizia in questa sede alle molteplici prospettive analizzate e agli innumerevoli spunti di riflessione. Se è indiscutibile la fondatezza delle critiche mosse da Guzzi-Heeb all’attuale storiografia e se non si può che riconoscere il notevole sforzo di riflessione euristica e metodologica compiuto dall’autore, è altrettanto vero che il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi prefissati non si è rivelato cosí lineare come inizialmente supposto. Soffermandosi in particolare sui quattro elementi segnalati dall’autore come basi innovative del suo studio, si può affermare che il pregio maggiore del volume è proprio quello di aver allargato lo sguardo storico dalla famiglia alla parentela, focalizzando l’attenzione sull’organizzazione e sulle dinamiche del piú ampio cerchio di parenti piuttosto che sulle forme di residenza dei nuclei familiari e sulle relazioni al loro interno. Concentrandosi sulle funzioni assunte in momenti diversi dai parenti, e assumendo quale ottica interpretativa il concetto di interdipendenza tra i comportamenti degli individui, l’autore è riuscito a decomporre il panorama parentale e a portare alla luce le diverse funzioni che i legami con i parenti potevano assumere e a definirne le caratteristiche, gli scopi e le valenze precise, proponendo nuovi strumenti di lettura.

Altrettanto significativa nel contesto di ridefinizione delle interazioni parentali è l’analisi del passaggio tra le logiche di tipo agnatico, prevalenti nel Seicento, e quelle orientate in senso piú bilaterale che si evidenziano negli ultimi decenni del Settecento, delle motivazioni e delle circostanze in cui si è verificato questo mutamento e delle sue ripercussioni nel panorama di profonde trasformazioni economiche e sociali avvenute tra Sette e Ottocento. Tra le novità emerse in questo scorcio di tempo, Guzzi-Heeb mette giustamente in discussione il concetto abusato e fondamentalmente astorico di «individualizzazione», applicato dalla storiografia alle nuove tendenze comportamentali: l’autore mostra infatti chiaramente come accanto ad una maggiore concentrazione sui desideri e sulle volontà dei singoli, si accompagni un intensificarsi delle relazioni parentali e dei matrimoni tra consanguinei, e come non vi sia sostanziale contraddizione tra questi due fenomeni.

Nell’ampio lavoro di presentazione e di discussione delle diverse variabili e dei molti significati della parentela, appaiono invece meno convincenti, debolmente documentate e non del tutto nuove le argomentazioni sulla posizione delle donne all’interno del contesto familiare e parentale, in particolare quelle relative alle ripercussioni che la proprietà di beni immobili e il sistema ereditario hanno sul ruolo delle donne e sulle scelte femminili in fatto di successione. Direttamente connessa a questa interpretazione solo in apparenza innovativa si constata, nella pur ampia storiografia di riferimento, l’assenza di studi italiani, che hanno invece dato spunti interessanti proprio sul rapporto tra successione, proprietà e condizione delle donne, e che avrebbero permesso una lettura piú realistica e meno enfatica dei risultati raggiunti.

Da un punto di vista di fruizione del volume, il linguaggio semplice e allo stesso tempo tecnico, si affianca ad una propensione per gli schemi concettuali che si ripetono a piú riprese e che trovano il loro apogeo nelle pagine finali, nelle quali l’autore elenca una serie di variabili storiche e di funzioni parentali: essi dovrebbero agevolare l’applicazione del modello proposto ad altre realtà, ma nella loro sovrabbondanza sono forse di ostacolo ad una comprensione piú unitaria del fenomeno. Rimane infine il rammarico per l’assenza di una bibliografia in appendice al volume, che da un lato avrebbe permesso di toccare con mano l’ampiezza degli studi di riferimento, e dall’altro avrebbe agevolato il lettore nella ricerca della citazione bibliografica completa dei molti saggi citati.

Citation:
Gianna Ostinelli-Lumia: Rezension zu: Sandro Guzzi-Heeb, Donne, uomini, parentela. Casati alpini nell’Europa preindustriale (1650-1850), Torino, Rosenberg e Sellier, 2007. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, Nr. 148, 2010, S. 293-294.

Redaktion
Veröffentlicht am
18.10.2011
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Die Rezension ist hervorgegangen aus der Kooperation mit infoclio.ch (Redaktionelle Betreuung: Eliane Kurmann und Philippe Rogger). http://www.infoclio.ch/
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